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I deficit del bilancio pubblico italiano divengono crescenti a muovere dai primi anni Settanta: finanziati dapprima so prattutto in moneta (fino al 1980 circa), trovano alimento successivo nella collocazione di volumi via via crescenti di debito pubblico. Intento dell’articolo è di ripercorrere quella dinamica e di deficit e di debito (1971-2005) dal punto di vista della Ragioneria pubblica, per indagarne e distinguerne le nature propriamente contabili. Intento ulteriore consiste nel riesaminare il problema dell’equilibrio finanziario-monetario dello Stato italiano sulla base dei principi economicaziendali, delineandone le principali problematiche di gestione con riferimento al costo, alle scadenze, alla sostenibilità del debito pubblico.