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La riforma contenuta nell’art. 35 della legge finanziaria per il 2002 prevede l’affidamento dei servizi pubblici tramite gara a operatori pubblici o privati, purché costituti nella forma di società per azioni. Gli enti locali si vedono, quindi, costretti a trasformare le attuali gestioni in società per azioni, a prescindere dalle loro condizioni aziendali e specifiche esigenze gestionali: tale riduzione dell’autonomia decisionale degli enti locali ha suscitato reazioni da più parti, sino a sollevare questioni di legittimità costituzionale. In questa prospettiva, l’articolo si propone di comprendere come gli enti locali hanno risposto alla pressione esercitata dall’art. 35, e da un clima culturale genericamente favorevole alla riduzione dell’intervento pubblico in economia.